4 vantaggi dello sviluppo di applicazioni con microservizi

Negli ultimi anni, il modo in cui vengono sviluppate le applicazioni è cambiato radicalmente. La rapida evoluzione della tecnologia, unita alle mutate esigenze degli utenti, che richiedono sempre di più uno sviluppo e una distribuzione più rapidi, ha fatto sì che la struttura e la programmazione del software siano diventate molto più complesse e quindi più difficili da governare.

Fino a non molto tempo fa, l’architettura del software era prevalentemente monolitica, operava con un unico codice e si affidava a un unico stack tecnologico, facendo sì che qualsiasi cambiamento o guasto in una qualsiasi funzionalità del software si ripercuotesse sull’intero sistema.

Sono nati così i microservizi, una struttura basata su diversi componenti interni che agiscono come servizi con funzioni indipendenti, ma che comunicano tra loro attraverso un’API definita e sempre accessibile.

Questa struttura è ciò che ha permesso lo sviluppo di nuove tecnologie come le “superapp” o gli ambienti multicloud, che stanno diventando sempre più diffusi tra le aziende, anche grazie ai loro vantaggi economici. Infatti, secondo un rapporto di Mordor Intelligence, il mercato globale dei microservizi nel cloud raggiungerà i 2,7 miliardi di dollari entro il 2026 e, secondo i dati IBM, nel 2021 l’81,5% delle aziende utilizzava già questo tipo di architettura e il 17,5% prevedeva di farlo in futuro.

 

La nostra analisi di esperti

In questo contesto, knowmad mood, società di consulenza tecnologica di servizi speciali al 100% spagnola, evidenzia alcuni dei vantaggi dell’architettura a microservizi, un pilastro fondamentale dell’infrastruttura delle nuove tecnologie.

Aumentare la resilienza del software

Il vantaggio principale dei microservizi e la chiave della loro funzionalità risiede nell’indipendenza dei moduli, che garantisce la resilienza dell’intera applicazione. In altre parole, se si verifica un guasto in uno dei moduli software o se è necessaria una manutenzione, il resto dei componenti dell’applicazione non ne risente e gli aspetti funzionali possono continuare normalmente. Pertanto, il rischio di perdita di dati è eliminato.

Un esempio è Netflix, che nel 2008, dopo che un errore nel suo database monolitico ha interrotto il servizio per diversi giorni, ha deciso di migrare ai microservizi, con l’obiettivo di apportare modifiche e correzioni in modo più rapido e agile, fino a diventare ciò che è oggi.

Autonomia nella scelta degli strumenti tecnologici

Una delle caratteristiche della struttura di tipo monolitico è che tutti i membri del team che lavorano allo sviluppo dell’applicazione dipendono da uno specifico framework tecnologico. I microservizi, invece, permettono a ogni team di lavorare con il proprio strumento senza influenzare il funzionamento dell’applicazione.

Questo, a sua volta, consente di testare l’integrazione e la compatibilità di altre tecnologie, facilita l’implementazione e, in caso di errori, rende più facile tornare a una versione precedente e correggere gli errori.

Scalabilità più semplice e flessibile

Avendo la possibilità di modificare ogni microservizio in modo indipendente, l’agilità nello sviluppo è molto maggiore. In questo modo, l’introduzione di miglioramenti, funzionalità o integrazione di altri componenti nell’applicazione è molto più semplice e flessibile. Allo stesso modo, l’uso e il consumo delle risorse sono più efficienti e sostenuti, grazie al fatto che lo sviluppo è molto più specifico e adattato a ogni esigenza.

Agilità nello sviluppo

L’architettura a microservizi consente di creare team di sviluppo più piccoli e dedicati, in quanto specializzati per moduli. Questo rende la catena di lavoro più veloce, più agile e più produttiva, riducendo così i tempi di sviluppo, distribuzione e correzione dei bug.

In definitiva, il vantaggio è la capacità di soddisfare le esigenze dei clienti in modo più efficiente, che si traduce in un aumento delle prestazioni dell’azienda stessa. Infatti, secondo Solo.io, la maggior parte delle aziende con almeno la metà delle applicazioni basate su microservizi ha cicli di rilascio giornalieri o almeno più frequenti.

 

“Non c’è dubbio che la tecnologia e il software esistano per semplificarci la vita, perché nascono per risolvere problemi specifici. Ma tutto evolve e nascono nuove applicazioni, che affrontano o risolvono situazioni che non esistevano nemmeno qualche anno fa, e che sono più grandi, più complesse o più specifiche. Grazie ai microservizi, possiamo ottimizzare la tecnologia più che mai, adattarla in modo molto più specifico ai problemi reali dei nostri clienti e, allo stesso tempo, migliorare i processi di sviluppo, sia in termini di efficienza che di efficacia“, afferma Ignacio Montero Jiménez, responsabile della Business Line Architettura e Sviluppo di knowmad mood.